Raccoglitore verde
   
venerdì 25 luglio 2008
Riso con finocchi
dose per 4 persone

riso..............................gr 350
finocchi teneri..............gr 250
burro.............................gr 60
grana.............................gr 50
acqua circa un litro - sale - 1 pizzico di asafetida (facoltativo)

Mettere a scaldare l'acqua salata. Tagliare i finocchi (dovete usare la parte del" cuore") a listarelle.
Mettete una casseruola con il burro e fatelo rosolare, poi aggiungete i finocchi, salateli poco e lasciateli insaporire per 10 minuti. Versate nel recipiente il riso e unendo ogni tanto l'acqua bollente portarlo a cottura; quando sarà pronto spolverizzatelo con grana.

in questa ricetta ho omesso la cipolla e i dadi in quanto non li uso

Fonte "la cucina italiana" dicembre 1970

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posted by Prabhy @ 07:36  
1 Comments:
  • At 25 luglio 2008 alle ore 08:08, Blogger Prabhy said…

    Prima che arriva Vilasini a fare il suo commento...hahahahahha!!!!!
    "ho trovato la descrizione in wkipedia"

    Poi sta a voi ......

    Si distinguono le varietà di finocchio selvatico dalle varietà di produzione orticola (dolce).
    Il finocchio selvatico è una pianta spontanea, perenne, dal fusto ramificato, alta fino a 2m. Possiede foglie che ricordano il fieno (da cui il nome foeniculum), di colore verde e produce in estate ombrelle di piccoli fiori gialli. Seguono i frutti (acheni), prima verdi e poi grigiastri. Del finocchio selvatico si utilizzano i germogli, le foglie, i fiori e i frutti (impropriamenti chiamati "semi").
    Il finocchio coltivato ( o dolce) è una pianta annuale o biennale con radice a fittone. Raggiunge i 60-80 cm di altezza. Si consuma la grossa guaina a grumolo bianco che si sviluppa alla base.
    In cucina si possono usare tutte le parti del finocchio. Il bulbo si può mangiare crudo nelle insalate oppure lessato e gratinato e si può aggiungere agli stufati. Per quanto riguarda il finocchio selvatico, chiamato in cucina anche "finocchina" o "finocchietto", si usano sia i fiori freschi o essiccati, sia i frutti o “diacheni”, impropriamente chiamati “semi”, che sono più o meno dolci, pepati o amari, a seconda della varietà, sia le foglie (o “barba”). I fiori si usano per aromatizzare le castagne bollite, i funghi al forno o in padella, le olive in salamoia. I cosiddetti "semi" si usano soprattutto per aromatizzare ciambelle o altri dolci casalinghi e per speziare vino caldo o tisane. Le foglie s’usano fresche e sminuzzate per insaporire minestre, insalate e formaggi. È in uso nelle regioni costiere del Tirreno, un "liquore di finocchietto", per il quale s'utilizzano i fiori freschi e/o i "semi" e le foglie.

     
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